La Concattedrale dei SS. Marziale e Alberto a Colle Val d'Elsa

L'Età di Sant'Alberto

Il territorio colligiano fu decretato Nullius Diocesis, cioè privo di appartenenza ad una Diocesi e pertanto direttamente dipendente dal Sommo Pontefice, vantando perciò importanti privilegi, pur facendo parte territorialmente della Diocesi di Volterra.
All'Arciprete di Colle veniva riconosciuta dignità pari a quella di un Vescovo ed egli esercitava la sua autorità su tutto il territorio: poteva consacrare chiese e cappelle, promulgare editti, formulare scomuniche, usare il pastorale nella celebrazione delle Messe e dei Vespri solenni.
Tra l'XI ed il XII secolo, in seguito a continue razzie, le popolazioni dei castelli e delle borgate vicine si trasferirono all'interno del Castello di Piticciano, con conseguente incremento demografico e la successiva istituzione del Comune. Colle Val d'Elsa acquistò la propria identità contemporaneamente alle altre città dell'Alta Valdelsa, come Casole, San Gimignano e Poggibonsi. Lo sviluppo economico, sociale e culturale fu favorito da alcuni importanti fattori, quali la posizione centrale tra le grandi potenze della Toscana (Siena, Firenze e Volterra) e la presenza del fiume Elsa, che, grazie ad un sistema di canali, le "Gore", permetteva di distribuire l'acqua in tutti i punti nevralgici della città, generando un'inesauribile fonte di energia per i mulini.
Inoltre la presenza del Sacro Chiodo rese Colle una delle tappe fondamentali della via Francigena che, essendo percorsa da un costante flusso di pellegrini, determinò nel territorio una crescita economica e spirituale con la conseguente nascita di abbazie, conventi e pievi, ancora oggi visibili.
Nel 1181, giunse a Colle Alberto da Chiatina, in qualità di nuovo arciprete, il quale decise di trasferire, per ragioni di sicurezza, la sede dell'arcipretura all'interno delle mura: così l'antica Pieve a Elsa, intitolata ai Santi Faustino e Giovita smise di svolgere la sua funzione e il titolo plebano fu assegnato alla nuova e ampliata Pieve di San Salvatore, Faustino e Giovita, nella quale fu anche spostata la reliquia del Sacro Chiodo.